Archivio per la categoria ‘Spiaggie e Stabilimenti Balneari’

Grado è un comune italiano di 8.581 abitanti della provincia di Gorizia in Friuli-Venezia Giulia.

È un importante centro turistico e termale, noto anche come l’Isola del Sole e, per la sua particolare storia, la Prima Venezia.

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Il territorio del comune di Grado si estende tra la laguna omonima, la foce dell’Isonzo, ed il mar Adriatico. Il capoluogo si trova sull’isola maggiore ed è diviso in varie zone e rioni (Gravo vecio (la città antica racchiusa dal perimetro del castrum tardo antico, Borgo de fora, Isola della Schiusa, Colmata, Centro, Squero, Città Giardino, Valle Goppion – ex Valle Cavarera, Grado Pineta, Primero).
La laguna comprende circa 30 isole e copre una superficie di circa 90 chilometri quadri. Oltre all’isola maggiore, sono abitate stabilmente anche l’isola della Schiusa, collegata a Grado con due ponti, e l’isola di Barbana.

Le Spiaggie

Grado è l’unica località di tutto l’Adriatico ad avere le sue spiagge interamente rivolte verso sud e quindi a godere della posizione più favorevole.
Le spiagge dell’isola, una più incantevole dell’altra, si sviluppano per svariati chilometri e sono il fiore all’occhiello di tutta la Regione: già da molti anni, infatti, Grado si fregia del prestigioso riconoscimento che certifica la qualità delle acque e la pulizia della spiaggia: la Bandiera Blu. Si tratta di spiagge dal litorale sabbioso e lentamente digradante.

La Lanterna di Trieste

Costruito su progetto dell’architetto Matteo Pertsch nel 1831 in cima a quello che, all’epoca, era conosciuto come Molo Teresiano (oggigiorno Molo Fratelli Bandiera) e che delimita l’ingresso al porto vecchio, il Faro della Lanterna, inaugurato nel 1833, fu voluto dall’allora governatore della città Carlo Zinzerdorf. Composto da una torre massimiliana merlata (le cui fondamenta poggiano su quello che un tempo era lo scoglio dello Zucco), in pietra calcarea di Aurisina, su cui si aprono le finestre di forma uadrata e da una colonna in pietra di forma cilndrica che culmina con il “gruppo ottico” a cui si scruta il mare, la Lanterna aveva inizialmente funzione sia di faro che di difesa el porto. Quando poi, nel 1927, venne costruito il Faro della Vittoria, l’importanza della Lanterna scemò, fino a che, nel 1969 il faro venne disattivato. Oggigiorno la Lanterna è usata come sede della Sezione triestina della Lega Navale Italiana.

I Bagni della Lanterna

Inaugurato nel 1890 il Bagno Comunale “Lanterna” si trova sul Molo Fratelli Bandiera 3, ha la particolarità di essere  diviso in due zone, separate da un muro: da una parte gli uomini e dall’altra le donne e i bambini fino a 12 anni.
Pochi sono i metri a disposizione dei bagnanti per potersi sdraiare a prendere il sole: la spiaggetta è costituita da sassolini, ragion per cui in molti si attrezzano con sdraio o materassini per potersi stendere al sole. Neanche l’area balneare è particolarmente estesa ed è protetta da barriere galleggianti.
Lo stabilimento “Lanterna” consente comunque  la possibilità anche a chi lavora o ha poco tempo a disposizione, di concedersi un po’ di sole e relax, senza per questo allontanarsi più di tanto dal centro cittadino.

Il Faro della Vittoria

Il Faro della Vittoria. imponente opera dovuta all’architetto triestino Arduino Berlam (1880 – 1946) ed allo scultore Giovanni Mayer (1836 – 1943). identifica in sé due importanti funzioni. Oltre ad illuminare il golfo di Trieste, per essere di ausilio alla navigazione. esso è monumento commemorativo, dedicato ai marinai Caduti della I° Guerra Mondiale, come testimonia l’iscrizione “SPLENDI E RICORDA I CADUTI SUL MARE MCMXV – MCMXVllI”.
Il faro e costituito da un ampio basamento in cemento armato, avveniristico per l’epoca, che ingloba il bastione del forte austriaco ed è rivestito esternamente in blocchi di pietra del Carso e dell’Istria. Sotto il basamento sono tuttora visibili le antiche strutture del forte, perfettamente conservate, coperte all’altezza di circa cinque metri dal pavimento da una grande piattaforma in cemento armato che è la struttura sulla quale poggia il faro. Per reggere l’enorme peso sono state cementate anche le due “bocche da fuoco” dalle quali uscivano i cannoni austriaci, e che verrebbero a trovarsi proprio sotto l’ingresso del faro. Inutile ricordare il significato simbolico attribuito dal costruire il “Faro della Vittoria” letteralmente sopra il forte austriaco, mantenendo quest’ultimo il più possibile intatto. (Questa zona non è mai stata comunque visitabile dal pubblico). L’armatura del cemento armato è talmente fitta da garantire la resistenza ad una scossa sismica del IV ° della scala Mercalli. E’ stata progettata per reggere 16.000 tonnellate, il doppio del peso del faro, in considerazione della forte spinta laterale che il vento di Bora può esercitare.