Il Museo della Guerra Bianca in Adamello, con sede a Temù (Provincia di Brescia), in Alta Val Camonica, è dedicato alla conservazione ed alla valorizzazione del patrimonio storico della Prima guerra mondiale, ed in particolare della cosiddetta “Guerra Bianca in Adamello”, ovvero il fronte d’alta montagna che si estende dal Passo dello Stelvio al Lago di Garda. Il Museo della Guerra Bianca nasce proprio con l’intento di non dimenticare quel drammatico evento che sconvolse e spazzò via moltissime vite umane.
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La Battaglia del Frigido (5-6 settembre 394)
Pubblicato: 06/06/2011 in 008.01.02 Gorizia, Da RicordareSponde del fiume Frigidus (Vipacco), al di qua delle Alpi Giulie, mattino del 5 settembre 394 d. C. Due eserciti, entrambi “romani” di nome, ma in effetti largamenti barbarici per composizione etnica, consuetudini e mentalità, si fronteggiano minacciosamente presso questo affluente dell’Isonzo che, da sempre, costituisce la “porta” per l’invasione dell’Italia da parte di popoli ed eserciti provenienti da Nord e da Est. Si potrebbe pensare – e, per certi aspetti, è proprio così – a uno dei tanti scontri di potere fra imperatori più o meno legittimi, ovvero fra usurpatori e tiranni come ne ha visti tanti la storia del Basso Impero, da Massimino il Trace in poi. Posta in gioco immediata: la grande e ricca Aquileia, sede pochi anni prima (nel 381) di un grande concilio di vescovi cattolici contro l’eresia ariana; obiettivo finale: il possesso di Roma e dell’Italia e, quindi, la signoria assoluta sull’Impero. In realtà, si tratta di una svolta epocale: per l’ultima volta nella storia del mondo antico stanno per darsi battaglia un esercito pagano ed uno cristiano.
Combattuta tra il 5 e il 6 settembre 394, nei pressi dell’attuale fiume Isonzo e che vide opporsi l’imperatore romano d’Oriente Teodosio I a capo dell’esercito cristiano, ai soldati pagani guidati dall’usurpatore del trono dell’Impero romano d’Occidente, Flavio Eugenio.
La battaglia inizia bene per i pagani, ma i cronisti dell’epoca raccontano che un vento improvviso gettò scompiglio fra le loro file, le frecce scagliate non riuscivano a raggiungere il nemico. Ancora più sfavorevole fu il tradimento di un reparto che doveva prendere alle spalle Teodosio, ma che per fedeltà al vero imperatore (Teodosio), si schierò dalla sua parte. La disfatta di Eugenio e del suo comandante, il magister militum di origine franca Arbogaste, riconsegnò per l’ultima volta l’impero ad un unico imperatore. Inoltre, la battaglia fu l’ultimo tentativo di resistenza alla diffusione del Cristianesimo nell’impero e, perciò, decise del destino della religione cristiana in Occidente.
Il Muro di Gorizia
Pubblicato: 31/05/2011 in 008.01.02 Gorizia, Da RicordareTag:goriazia, muro, seconda guerra mondiale, titini
Il cosiddetto Muro di Gorizia è, in realtà, una recinzione – un muro in calcestruzzo di alcuni centimetri sormontato da una ringhiera ad altezza d’uomo – costruita nel 1947 e collocata lungo la frontiera italo-jugoslava all’interno della città di Gorizia.
Il “muro” separa l’abitato goriziano rimasto italiano dai quartieri periferici e dalla stazione ferroviaria della linea Transalpina, che furono annessi al termine della seconda guerra mondiale alla Jugoslavia.
Nel 2004, a seguito dell’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea, ne è stata smantellata la porzione che divideva in due il piazzale della Transalpina.
La città di Nova Gorica (Nuova Gorizia) sorse successivamente alla separazione con l’intenzione di contrapporre simbolicamente i progressi del mondo socialista a quello capitalista, e la piazza della Transalpina divenne uno dei simboli della separazione politico-ideologica tra l’Europa occidentale e quella orientale durante gli anni della guerra fredda.
La battaglia di Cortenuova fu uno degli scontri più cruenti del XIII secolo verificatosi il 27 e 28 novembre 1237 tra le forze dell’imperatore Federico II e della Lega Lombarda.
L’alleanza di comuni italiani venne sconfitta e gli imperiali catturarono molti prigionieri, anche se questo non pose fine alla loro ribellione.