Bonate Sotto – Basilica di Santa Giulia

Pubblicato: 20/05/2011 in 001.01.01 Bergamo, Cattedrali e Basiliche
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L’edificio ha una struttura architettonica basilicale a tre navate culminanti in tre absidi, l’interno era distribuito in cinque campate di cui sopravvive solo la prima antistante le absidi.

Rimangono oggi, a testimonianza di quello che fu la basilica di Santa Giulia, le tre absidi e la prima campata coperti da tetti non più originali e parti della muratura perimetrale. La parte scoperta, ossia quella priva di tetto, è stata ed è tuttora parte del cimitero di Bonate Sotto con ancora molti tumuli e testimonianze sepolcrali.

Un inopinato restauro settecentesco sopraelevò di circa un metro l’abside centrale e sostituì, variandone la pendenza, la copertura lapidea dei tetti con tegole di terracotta. Il sopralzo è chiaramente visibile nelle immagini relative l’abside centrale dove balza evidente come corpo estraneo, aggiunto successivamente ed alterante l’armonia geometrica originaria

L’abside centrale, attualmente adibita a cappella cimiteriale, è stata affrescata nel 1795 dal pittore Vincenzo Angelo Orelli in collaborazione col fratello Baldassarre, specializzato nell’esecuzione delle quadrature.

I resti della basilica lasciano immaginare la sua forma originaria e testimoniano l’eleganza della sua decorazione architettonica. Di particolare finezza sono i residui capitelli interni, scolpiti in leggere forme zoomorfe, antropomorfe e geometriche mentre sottile e gentile appare l’ornato esterno delle absidi con le finestrelle a doppio sguancio separate da cordonature o semicolonne che slanciano e snelliscono la struttura.

L’ornatura di alcuni capitelli richiama lo stile cluniacense e sembra quasi anticipare il gotico tipico di Cluny.

Lo zoccolo dei tetti delle absidi è ornato con un giro di archetti, alcuni dei quali terminano su graziose testine.
Urna di Tiziana

Una notazione particolare va fatta per l’urna cineraria posta sulla colonna antistante la prima navata, urna che ha alimentato la leggenda della costruzione della basilica per iniziativa della regina Teodolinda.

La leggenda voleva che questa urna contenesse i resti mortali di una figlia della regina longobarda a suffragio della quale la madre avrebbe costruito la basilica.

In effetti si tratta di un reperto archeologico ben più antico: un’urna cineraria romana, di epoca imprecisata, che custodiva i resti di una fanciulla dodicenne di nome Tiziana e piccoli oggetti d’oro forse parte del suo abbigliamento.

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